Dana Tomsa Oberhoffer

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Il Boss - Tecnica mista/carta antica (contiene coloranti e vernici composte da sostanze vegetali e minerali; la tecnica prevede vari e molteplici passaggi e sovrapposizioni di stesure pittoriche)

Aggiunto il 19 gen 2008

Tecnica mista ideata e utilizzata in via esclusiva :

“Su ciascun centimetro quadro delle opere di Dana Tomsa impera delicato e tenace, un percorso artistico complesso ed elaborato, prezioso e raro che manifesta in fine il sentimento di una luce antica. Dana Tomsa la ritrova nell’atto del suo rischiarare, progenie e rito nati nella cultura del dolore dentro soste cromatiche in attesa del loro risolvimento .”
Claudio Barletta (1996)

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V.i.t.r.i.o.l.- Tecnica mista/carta fatta a mano (contiene coloranti e vernici composte da sostanze vegetali e minerali; la tecnica prevede vari e molteplici passaggi e sovrapposizioni di stesure pittoriche)

Aggiunto il 19 gen 2008

Tecnica ideata e utilizzata in via esclusiva :

” Mi viene in mente, pensando all’opera pittorica di Dana Tomsa, quella volta in cui mi capitò a trovarmi dinnanzi alle cascate delle Marmore. Ero li come molta gente, in silenzio rapito da quella impetuosa materia liquida che precipitava senza interruzioni, da sempre. In quell’acqua forte, turbinosa, nelle sue sovrapposizioni chiare e trasparenti, a tratti cosi intense da apparire addirittura cupe, avvertivo la sua origine: la montagna che la partoriva. D’improvviso ero quell’acqua, destinata alla quiete del suo mare. Diventato io stesso quell’elemento, ero quella vicenda, ero in quella sorte.
Tutto ciò si lega perfettamente con l’atmosfera pregnante dell’opera pittorica di Dana Tomsa. E una visione dapprima delicata e discreta per diventare subito intensa, quasi liturgica. E’ una tensione cromatica che diviene stesura musicale dai suoi chiaroscuri emerge infine poesia. Le parole poco offrono all’indubbia efficacia visiva delle sue opere. E’ prorompente, delicata, non vi è mai in essa alcuna incertezza. Sembra addirittura che l’artista è spinta da un furore creativo, impellente, tanto che ogni singolo dipinto sprigiona dinamismo. Addirittura si presenta come una porta o una finestra che invitano ad entrare ad affacciarsi o a partecipare.
Nell’opera di Dana Tomsa si respira un’epoca fiera ancora della sua progenie, ma ostinata e superba, distaccata dal passato già ruggine per l ’avvenire. Il colore si addensa e si dilata creando luoghi momentanei, privi di definizione; si concentra poi senza alcuna interruzione per divenire forma che lascia ancora intendere altri avvenimenti.
Figure solitarie, bambini, clowns, donne di antica bellezza appaiono sospesi ed indifesi nel confronto con sculture mitologiche ed angeli infine rassegnati, forme e luoghi diversi creati con una tecnica vigorosa ed elaborata, ostinata e rigorosa, attendono o presagiscono eventi dentro uno spazio cromatico che ribolle di tensione e si espande ben oltre il confine della cornice.”
Claudio Barletta (1996)

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Il pensiero

Aggiunto il 19 gen 2008

Viviana Bruno (2001)
“Il tratto che colpisce di piu è l’assenza dei volti. La rappresentazione realistica, il nucleo narrativo viene avvolto in una luce di favola, i vari soggetti ci spingono e ci chiamano a dialogare; è sogno e realtà insieme perché il simbolismo, a volte, ci parla più dell’immagine chiara e diretta .”






"Mani d’artista”
Cinzia Folcarelli (2006)

"Come gli occhi, anche le mani sono lo specchio dell’anima. Esprimono le nostre emozioni, ma possono anche tradirci, mettendo in luce le nostre menzogne.
Mani che donano e che ricevono, che accarezzano e consolano, che amano e che feriscono: qualunque cosa facciamo, le nostre mani parlano di noi.
L’artista ha dedicato una serie di dipinti al tema delle mani come espressione dei moti dell’anima. Un tema molto poetico che ben si sposa alla textura raffinata e preziosa che caratterizza le sue opere, nelle quali i colorii sono stesi tono su tono e la forza del chiaroscuro fa emergere i soggetti.
Con le mani si esprime l’artista, le mani “nervose” sono l’unica parte del suo corpo che viene raffigurata. Con le mani l’artista scioglie il suo nodo di Gordio per diventare immortale.
Le mani sono la parte più vera del nostro corpo. Il tempo che scorre si deposita su di esse, ricordandoci il nostro passato e la nostra effimera realtà.
Se ci pensiamo tutto il nostro mondo è affidato alle nostre mani e ciò che ha fatto la differenza nel corso dell’evoluzione è stato proprio l’uso privilegiato che abbiamo di loro: le mani hanno scoperto il fuoco, hanno costruito le città, i gesti sono stati il primo veicolo di informazione e comunicazione tra i nostri antenati. Ancora oggi le mani superano il disagio della non conoscenza di altre lingue; il linguaggio dei segni è l’unica alternativa valida per la comunicazione tra sordomuti, e l’alfabeto Braille dei non vedenti si “legge” con le mani.
Quale strumento delle più importanti azioni umane, la mano ha inoltre assunto, nella fantasia popolare di tutti i tempi, significati simbolici. E’ solitamente simbolo di potere, come la mano di Dio nella Bibbia e nel Corano o la mano di determinate divinità nel Rgueda. A volte la mano divina è anche elargitrice di beni: in raffigurazioni egiziane della 18° Dinastia i raggi del Sole, il dio Atum, terminano in mani.
La mano di Dio dona la vita ad Adamo nel celebre affresco di Michelangelo. L’artista ha scelto di raffigurare il contatto tra Dio ed Adamo, il momento in cui le due dita si toccano e l’uomo apre gli occhi alla vita.
Anche alla mano umana vengono attribuiti poteri speciali che si esprimono principalmente nei gesti della benedizione, della preghiera e del giuramento. E sono anche noti i gesti apotropaici diffusi nel folclore e nelle credenze popolari.
Sempre citando Michelangelo, il suo David ha delle mani molto grandi se confrontate con il resto della statua; questo per sottolineare il gesto del giovinetto che con la fionda uccide il gigante Golia, un gesto che si compie con le mani, “strumento della ragione” (Adorno).
Ma torniamo a Dana Tomsa e alla sua arte, alchimia di disegno e poesia. Mistero e simbolismo vivono nei suoi dipinti, che mostrano attimi di quotidianità “ripresi” in punta di piedi, da chi vuole indagare l’animo umano e le sue emozioni agendo con discrezione ed eleganza, senza “invasioni di campo”. Dopo aver reso gli atteggiamenti umani nel mondo animale nella mostra Canum Orbis, necessaria era la serie di dipinti sul tema della mano come specchio delle emozioni e dell’anima.
Dana Tomsa con il suo particolare stile pittorico è riuscita nel difficile compito di dare dignità al particolare estrapolato dal resto della figura, le sue mani, elette a soggetto del quadro, possiedono la forza plastica necessaria per “uscire” dal supporto bidimensionale e “vivere” di luce propria."

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Maura Iris drawing's (1995)

Aggiunto il 19 gen 2008

"I pensieri sono azioni e sono i figli del rapporto raggiunto fra il mentale e l’anima, e hanno la loro relazione con lo spirito e il piano di esistenza dell’anima, come lo hanno sul piano fisico o terreno. Ciò che una persona pensa continuamente, lo diventa, ciò che si tiene caro nel cuore e nella mente diventa una parte della pulsazione del proprio cuore."
(Edgar Cayce 3744 - 4)

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Single Barrel Art Jack Daniel's

Aggiunto il 19 gen 2008

JACK DANIEL’S SINGLE BARREL ART 2010
The artists participating the barrel art promotion and the airport where their work will be exhibited are: Sheyna Baig, Mumbai; Imin Yeh, San Francisco; Dana Tomsa, JFK; Margaret Ho, Singapore Changi; Dana Tomsa, JFK; Mark Sampson and Andy Vella, Abu Dhabi; Jeff Roland, Auckland; and Bryan Bowie, Los Angeles

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Mostre / Exhibitions

Aggiunto il 19 gen 2008

SOLO SHOWS / MOSTRE PERSONALI:

2013 - Oreamalià - Milano
2010 - LACDA - Los Angeles Center for Digital Art
2010 - JFK New York
2007 - Rome Gallery - Rome
2005 - Margutta 102 Gallery – Rome
2004 - 2005 Il Salone d’Arte Contemporanea” Gallery – Trieste
2003 - Vivendi Gallery – Paris
2001 - US Bank Tower – Portland , Oregon
2001 - Villa di Fiorano, Appia Antica – Rome
2001 - Il Fortino - Bari
2001 - Margutta RistorArte Gallery - Rome
2000 - 2003 Artistas Gallery – Portland , Oregon
2000 - Alex Gallery - Washington D.C.
2000 - Forte Michelangelo – Rome
1999 - Inter American Development Bank – Washington DC
1996 - Embassy of the United States – Rome
1996 - Turtle Gallery – Rome
1995 - Parco dei Principi Hotel - Rome

COLLECTIVE EXHIBITIONS / MOSTRE COLLETTIVE:

2017 - Sbodio 32. The raw edition. Milano
2011 - Artefiera - Bologna
2003 – 2007 Rome Gallery Showroom – Rome
2002 – 2005 Art Fair – Bari
2000 – 2001 Alex Gallery - representative gallery – Washington D.C.
2000 – 2nd edition Contemporary Art competition - Rome
2000 – International Art Biennale - Rome
1997 - 2002 - Editrice Latina Gallery – representative gallery –Roma /Art Fair Rome
1997 - Aquilla Castle (spring award)
1997 - 1998 Showroom Trevi Fountain - Rome
1995 - 1997 Showroom P-zza Barberini - Rome
1993 - 1995 Artists Gallery – representative gallery – Rome


“…è sorprendente la sensibilità e la qualità di stesura di questa artista che, evidentemente, ha una cura attentissima del dato tecnico e, tuttavia, non è, in tutta evidenza, un sterile virtuoso ma un maestro di grazia, ironia e, direi anche, di sottile malinconia.

Nelle sue finissime cose ho avuto il sentore di uno stato d’animo “kafkiano” quasi che l’angosciosa idea della “metamorfosi” fosse stata assimilata dell'artista come un'elegante e stralunata “variazione sul tema” per cui l’artista vede gli animali e le persone con la stessa percezione, che scopre caratteri molto umani nel mondo animale e un po’ “animaleschi “ in quello umano.

I “ritratti” (non saprei definirli in modo diverso) degli animali sono veri ritratti di individui ben definiti colti nei loro malumori, nelle loro attese, nei loro sentimenti.

I personaggi umani sono calati in una sorta di doppia natura che non muta, tuttavia l’effetto di autentico e gentile ritratto che l’artista né dà.
Ho l’impressione che Dana Tomsa abbia, realmente delle singolari qualità di pittore e il suo quadro " Il Pensiero" è una prova di pittura interessante, con quelle mani cosi vissute e così forti, tali da incutere un senso di rispettosa ammirazione in chi guarda, in un equilibrio sereno tra verosimiglianza e fantasia.”

Claudio Strinati (2005)
Soprintendente per il Polo museale romano, esperto di pittura e scultura del Rinascimento e del Seicento, storico dell’arte

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"Dodicesima Ora", tecnica mista/tavola, 90x70cm, 2006

Aggiunto il 19 gen 2008

Molte volte, nella storia, si è inventato
un "casus belli" usando le arti della retorica
La retorica del lupo
davanti all'agnello
La teoria del complotto è stata adottata anche da Mussolini
Argomenti molto simili usò Adolf Hitler nel suo " Mein Kampf "
di UMBERTO ECO



“La retorica è una tecnica della persuasione, ed è stata elaborata e studiata perché su pochissime cose si può convincere l'uditore attraverso ragionamenti apodittici, ovvero scientificamente inoppugnabili. In genere si discute intorno a cose circa le quali si possono avere diverse opinioni
Naturalmente ci sono dei discorsi persuasivi che possono essere facilmente smontati in base a discorsi più persuasivi ancora, mostrando i limiti di un'argomentazione. C'è una pubblicità immaginaria che dice "mangiate merda, milioni di mosche non possono sbagliarsi", e che viene talora usata ironicamente per contestare che le maggioranze abbiano sempre ragione.

L'argomento può essere infatti confutato chiedendo se le mosche prediligano lo sterco animale per ragioni di gusto o per ragioni di necessità - se cioè, cospargendo campi e strade di caviale e miele, le mosche non sarebbero forse maggiormente attirate da queste sostanze, e mangino quello che mangiano perché non hanno altro, come avviene nelle carceri, negli ospedali o durante le carestie.

Ma esiste anche una retorica della prevaricazione. Sovente chi prevarica vuole in qualche modo legittimare il proprio gesto e persino ottenere consenso da parte di chi soffre quell'abuso di potere.

Uno degli esempi classici di pseudo - retorica della prevaricazione ci è dato dalla favola del lupo e dell'agnello di Fedro. Il lupo - che sta a monte del ruscello - cerca un pretesto per divorare l'agnello e lo accusa di intorbidare la sua acqua. L'agnello lo confuta in base all'opinione ragionevole per cui l'acqua trascina detriti e impurità da monte a valle e non viceversa. Il lupo cerca un altro pretesto e lo accusa di aver parlato male di lui sei mesi prima. L'agnello chiarisce che sei mesi prima non era ancor nato. Al che il lupo ribatte: se non sei stato tu sarà stato tuo padre. E divora l'agnello
Il lupo usa argomenti speciosi, la cui falsità sta sotto gli occhi di tutti
Esso, per divorare l'agnello, cerca un casus belli, cerca cioè di convincere tutti, e forse persino se stesso, che egli mangia l'agnello perché gli ha fatto un torto. La storia dei casus belli mette in scena dei lupi un poco più avveduti!”

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Vincoli d'onore

Aggiunto il 19 gen 2008

"La vellutata arte contemporanea di Dana Tomsa " di Salvatore Ferrara

(2008)



"Nella fattoria degli animali, in uno dei più interessanti dei suoi scritti,George Orwell mezzo secolo fà,ci offriva una romanzata rivolta degli animali contro il padrone oppressore; uno spaccato colorito delle lotte per il potere e l’innato egoismo indomabile dell’individuo. Nel libro, il principale protagonista è Napoleon, un verro che aveva concentrato in sè tutto il potere: disponeva di una milizia di cani che utilizzava per far assicurare,e assicurarsi,“l’ordine” e il controllo sugli altri animali. I mastini, la guardia personale di Napoleon, uccidevano tutti coloro che non erano d’accordo con lui. Il cane dunque ancora una volta come servo fedele, utile guardiano ma anche eccellente suddito. Il romanzo culmina con la nota frase, molto usata dalla satira politica “tutti siamo uguali ma alcuni sono più uguali di altri...”
La famosa fiaba Orwelliana ci riporta alla tela di un noto pittore contemporaneo che molto spesso ritrae, con l’estro e la fantasia che gli sono propri, raffigurazioni che sembrano quasi ricongiungersi alle continue e incessanti lotte per il potere della storia dell’uomo. Alcune delle sue tavole hanno come protagonista una figura umana e cane insieme,un’allegoria della mutevole ambivalenza dell’uomo, in cui a volte prevale nel natura volubile e il carattere contraddittorio e conflittuale.
L’autore, è una affascinante e giovane signora, Dana Tomsa, Daniela per i nostri concittadini. Nata sul finire degli anni sessanta, quando il nostro paese era permeato da una genesi di rivendicazioni popolari che sfociarono poi nelle radicali riforme sociali degli anni ‘70. Dana o Danae (a portare quel nome nell’antica Grecia era oltre ad una figura mitologica anche la madre di Perseo) quasi venti anni si stabilisce a Roma , dove intraprende una fruttuosa attività artistica, dedicandosi principalmente alla fotografia e alla pittura ; sarà proprio quest’ultima che su Dana avrà l’effetto di un fiume in piena, travolgendola fino a farne un’appassionata e un’artista di talento apprezzata e stimata, presenza attiva e partecipe in molte mostre ed esposizioni artistiche in Italia, Europa e USA. Quello che a prima vista colpisce nelle opere di Dana Tomsa è il suo stile personalissimo: apparentemente sembra esserci un manifesto contrasto fra la profondità espressiva e la cura dei dettagli nei soggetti e protagonisti delle sue opere con il carattere calmo, pacifico e accondiscendente dell’autore. Questo evidenzia una personalità molto sensibile, sempre attenta e pronta a cogliere i dettagli e le sottili differenze. Sia l’aspetto, sia il temperamento degli animali nelle sue tele, non infondono mai cattiveria, sono mansueti, docili, quasi addomesticati; come ad esempio il mastino di una sua tela , che al tempo stesso però fa riferimento a rappresentanti di rango dell’ estabilishement, militari, politici, manager rampanti, burocrati... Il messaggio è chiaro, l’eterno contrasto fra sentimenti contrapposti, fra interessi divergenti: amore e odio, pace e guerra, bene e male, spesso trasforma l’uomo in un altro, che non vorrebbe essere, e in un ambiente diverso probabilmente non lo sarebbe stato. Personaggi in antitesi, quando la vittoria dell’uno è al tempo stesso eclissi e sconfitta dell’altro, è lì che l’individuo arriva a perdere il controllo di se stesso agendo in modo irrazionale. Fra i soggetti più comuni della collezione ritroviamo spesso aspetti e forme della quotidianità, semplici caleidoscopi della frenetica vita moderna. Non mancano nelle ultime riproduzioni pittoriche, le figure mitologiche tanto care all’antropologia classica, sempre attuali per il loro carico simbolico, riviste in chiave moderna come metafore di una società sempre più svalorizzata e decadente. Dana Tomsa vive e lavora a Roma insieme alla figlia Iris, di 20 anni. "

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Angel - Tecnica mista/tavola (contiene coloranti e vernici composte da sostanze vegetali e minerali; la tecnica prevede vari e molteplici passaggi e sovrapposizioni di stesure pittoriche)

Aggiunto il 19 gen 2008

Tecnica mista ideata e utilizzata in via esclusiva :


“Attraverso un’unica ed inimitabile tecnica, la” visualizzazione materiale” della luce sviluppata sulla tematica dello studio trasforma l’aderenza realistica del soggetto verso un ’elaborato stadio finale dell’opera, quando la luce diventa materia e nello stesso tempo l’aspetto fisico dell’soggetto rappresentato è il risultato finale di una trasparenza sospesa ed evanescente, tale da ingenerare emozioni equilibrate, piacevoli, delicate e allo stesso tempo, cariche di forte personalità emotiva.
La sua tecnica è il risultato di diversi anni di ricerche specializzate nel rendere la luce soggetto primario, attraverso la sua" visualizzazione materiale ", mentre l'aspetto fisico dell'opera diventa "trasparente".


“The work is the result of several years of specialized research on rendering light as subject matter into the work. Through a unique, inimitable technique, the material visualization of the light is developed all through a theme under study, transforming the natural, realistic appearance of the subject into the accomplished final stage of the painting, where light is "materialized", while the subject's physical aspect, as represented, becomes transparent.”
F.Candigliota (1995)


“… il suo lavoro è frutto di anni di ricerca, mirata al rendimento della luce come soggetto dell’opera. Tramite una tecnica unica quanto inimitabile, la reale visualizzazione della luce viene sviluppata integralmente di pari passo attraverso il tema di studio. La naturale apparenza del soggetto trasformandosi fino allo stadio finale del dipinto, laddove la luce si materializza, mentre è aspetto fisico del soggetto, tal quale rappresentato diventa trasparente.”
G.Moriconi (1994)

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